Etica e tecnologia talia3, il cui coefficiente di Gini tuttavia non poi è così sfavorevole, è che si trova vicino al punto critico [31]. In soldoni, il nostro Paese mostra una propensione verso l’oligarchia superiore a quella della Germania e della Francia e basta poco perché lo diventi (l’analogo fenomeno fisico è il passaggio di stato dei sistemi termodinamici in corrispondenza della temperatura di Curie). Sorprendente, ma solo fino a un certo punto, è il risultato di un altro studio, poco noto e ancor meno diffuso, della Banca d’Italia [32]. Due suoi economisti hanno preso in esame i dati contenuti nel catasto della città di Firenze nel 1427, che riguardano la ricchezza, l’occupazione e il reddito da lavoro dei circa 10 000 capifamiglia dell’epoca. Hanno quindi associato a queste informazioni, quelle provenienti dalle dichiarazioni dei redditi dei fiorentini per il 2011. Il risultato è che, quando si confrontano le famiglie più ricche di allora con quelle con gli stessi cognomi di oggi, le più ricche sono sempre le stesse. Dunque, in circa 600 anni (circa 20 generazioni da poco meno di 30 anni ciascuna) la distribuzione della ricchezza dei fiorentini più affluenti è rimasta pressoché invariata. In aggiunta a quella economica, altre disuguaglianze - la sociale, l’ambientale, la cognitiva4 - si sono accentuate negli ultimi decenni e sarebbero, quindi, da tenere in debito conto. Tutte queste disparità, con i relativi problemi, sono state ulteriormente aggravate dall’emergenza COVID-19. Resta da vedere quali effetti la pandemia avrà sull’economia globale e sulla società, e se o per quanto questi saranno duraturi. Politiche economiche Il pensiero finora dominante (o mainstream) dell’economia globale e globalizzata è legato al paradigma neoliberista - in certi casi, iperliberista - nonché alla sua spinta deregolatrice. Le conseguenze di questa scelta sono stati limiti sistemici e congiunturali nei confronti di crescita economica, disuguaglianze, clima e ambiente. Il ritorno a oculate politiche keynesiane, che privilegino investimenti, crescita e sviluppo insieme con la ricerca e la formazione tecnico-scientifica, può essere strumento efficace per superare le conseguenze nefaste della più che decennale crisi economica - soprattutto nel nostro Paese - e della pandemia. Dopo lo scoppio della bolla finanziaria (2007-2008), le politiche keynesiane hanno dimostrato di poter funzionare: Paesi - come ad esempio l’Australia - che hanno avviato per tempo programmi di stimolo dell’economia e ad ampio raggio, sono usciti dalla crisi più in fretta. Anche sull’opzione keynesiana, il nostro Paese sembra, ora, di essere in grado di superare i troppi vincoli da cui era gravato fino a non troppo tempo fa. Tornando alla disuguaglianza economica, un modello matematico, come quello di Boghosian, che ovviamente da solo non può fornire indicazioni politiche o etiche, può essere utile per stimolare misure e provvedimenti idonei - ma le élite di governo devono fidarsi del modello e, soprattutto, comprenderne le implicazioni. Sviluppo sostenibile, effetto Seneca e catastrofi Seneca, in una lettera a Lucilio (n. 91, 6), scrive: “Esset aliquod inbecillitatis nostrae solacium rerumque nostrarum si tam tarde perirent cuncta quam fiunt: nunc incrementa lente exeunt, festinatur in damnum”, cioè: “Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si producono: invece, l’incremento è graduale, la rovina è precipitosa”. Traducendo in un lessico più tecnico: la crescita economica parte lentamente, raggiunge un massimo di saturazione (secondo la ben nota curva logistica), dopodiché il collasso è rapido, talora rapidissimo, con esiti catastrofici. Su questo effetto, interpretato come una legge fisica, si rimanda a due interessanti studi scientifici, la monografia [37] e l’articolo [38]. Già negli anni Cinquanta e Sessanta, il matematico francese René Thom aveva sviluppato la teoria delle catastrofi, una teoria matematica per l’interpretazione di fenomeni naturali. Studiosi di varie discipline hanno poi applicato, spesso impropriamente, il suo modello ai settori più disparati ed eterogenei, addirittura allo studio della caduta dell’Impero romano. Ovviamente i limiti allo sviluppo esistono e sono reali - lo predicava decenni fa Aurelio Peccei nell’ambito del Club di Roma - ma non bisogna dimenticare il contributo al progresso della ricerca applicata, dell’innovazione tecnologica negli strumenti di produzione, dello sfruttamento di fonti energetiche innovative, ecc. Non ci sfugge certo che il Sole permetterà alla Terra di avere forme di vita solo per il prossimo paio di miliardi di anni (secondo un upper bound molto ottimistico). Dopo quel tempo massimo, sulla Terra sarà impossibile ogni forma di vita, ma, probabilmente, già da molto tempo l’Antropocene sarà finito perché l’uomo si è estinto o, forse, perché si è trasferito su altri mondi. E molti di noi sono altrettanto consci che novembre/dicembre 2021 47 3 La situazione italiana è anche commentata in relazione alla figura 3. 4 Il testo [34], dal significativo sottotitolo Manifesto per una tecnopolitica, è un documento indubbiamente di ampia prospettiva, da leggere e meditare. Così è anche per i lavori dell’economista Thomas Piketty sulla disuguaglianza economica, i quali, dal primo [35] al più recente [36], non passano di certo inosservati.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTA3MTUxMQ==