In Italia, le piattaforme per gestire e distribuire contenuti a banda larga e ultra-larga in streaming, incluso il 5G, stanno diventando sempre più centrali per le emittenti TV. I broadcaster italiani hanno avviato, come nel resto del mondo, servizi commerciali di streaming da affiancare alla tradizionale programmazione lineare e stanno valutando, anche alla luce delle politiche di refarming delle frequenze del digitale terrestre, le opzioni disponibili per una transizione ormai pressoché obbligata verso la diffusione della propria offerta, principalmente attraverso Internet. La maggior parte dei servizi di streaming video “Over-the-Top” (ad es., Netflix, Amazon Prime Video, ecc.) utilizza, a oggi, protocolli adattivi (streaming Adaptive Bitrate - ABR) in unicast1 e impiega un insieme di diverse reti di distribuzione di contenuti che operano a livello Globale (Global Content Delivery Net-work - GCDN) per gestire e partizionare il flusso di dati da distribuire in modo da assicurarne la scalabilità. Diverse Content Delivery Network possono differire per prestazioni, affidabilità, capacità di gestione del traffico, modalità di interconnessione e diffusione dei nodi di distribuzione sul territorio italiano o appena fuori di esso. Inoltre, per sua natura, la distribuzione unicast manifesta limiti di scalabilità in presenza di un numero elevato di accessi simultanei allo stesso contenuto (la condizione tipica del broadcasting televisivo), in quanto i volumi di traffico crescono linearmente in funzione del numero di utenti attivi. La complessità delle catene di distribuzione contenuti via Internet impiegate oggi e il numero elevato di elementi e attori coinvolti determinano una qualità complessiva dell’esperienza utente (Quality of Experience - QoE) non uniforme, nonché difficoltà operative nell’identificazione e nella risoluzione dei problemi. Una situazione che diventa più critica man mano che viene affrontata la distribuzione di eventi dal vivo più popolari. Queste sono le conseguenze dell’utilizzo di piattaforme e soluzioni originariamente concepite per la distribuzione di risorse web e, nel tempo, adattate, combinate e migliorate per gestire i contenuti audiovisivi, ma non ancora allineate alle caratteristiche di accessibilità, stabilità e prestazioni tipicamente richieste dal mondo dei broadcaster per l’offerta televisiva lineare. Situazione attuale Piattaforma video TIM TIM si è concentrata da tempo sull’evoluzione delle proprie infrastrutture e servizi di rete per supportare la distribuzione in streaming di contenuti. Il 34 AEIT • numero 9/10 Distribuzione dei contenuti video: la soluzione TIM La diffusione Internet di eventi ha mostrato come il passaggio dalla TV tradizionale allo sia una naturale evoluzione per il mercato dell’ . È necessaria una piattaforma di distribuzione su Internet interoperabile e aperta, in grado di soddisfare il mercato e di assicurarne l’evoluzione futura Diego Gibellino, Andrea Garzia, Raffaella Asmone, Mauro Rossotto TIM 1 Metodo per la trasmissione di dati attraverso reti in modalità punto-punto.
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