quelli presi probabilmente in considerazione per il conferimento del Premio Nobel nel 1963: questi sono i 222 lavori scientifici pubblicati dal 1955 al 1962 e i 224 brevetti, che partono invece dal 1954 fino al 1962 e che praticamente sono lo stesso numero dei lavori scientifici. Le ricerche del quarto periodo hanno portato, oltre alla scoperta del polipropilene, a quella degli elastomeri etilene-propilene (primi impianti industriali, allora della Montecatini, realizzati a Ferrara, rispettivamente nel 1957 e nel 1958); del polibutadiene 1,4-cis e di oltre un centinaio di nuovi polimeri ottenuti con sistemi catalitici preparati per il loro utilizzo e dei quali vennero studiate strutture, proprietà chimico-fisiche, meccaniche e fisiche. Il polipropilene (nelle sue molteplici tipologie) è oggi il secondo prodotto chimico (dopo il polietilene) in termini di fatturato a livello mondiale, mentre tra gli elastomeri sintetici la gomma etilene-propilene si colloca al secondo posto. L’attività scientifica di Giulio Natta e della sua scuola a partire dal 1954 ha portato alla scoperta di oltre 130 tipologie di nuovi polimeri, in gran parte stereoregolari, con la definizione della loro struttura e la messa a punto dei catalizzatori per il loro ottenimento (Figura 2). Sul piano scientifico, queste scoperte hanno fatto dire al prof. Fredga dell’Accademia Svedese, in occasione della cerimonia di conferimento del premio Nobel, che Natta aveva realizzato in laboratorio una sintesi con la quale la natura sintetizzava molti polimeri stereoregolari, per esempio la cellulosa e la gomma, operando con enzimi. Inoltre, Natta ebbe una forte integrazione con il sistema industriale, e la sua eredità più importante sopravvissuta è il centro di ricerche petrolchimiche di Ferrara, che ha preso il suo nome nel 1981, e che porta avanti da anni una ricerca d’avanguardia nel mondo. Questo centro appartiene attualmente alla multinazionale statunitense Lyondel lBasel l , leader mondiale del polipropilene. Proprio in un articolo del 7 maggio 2021 in un sito di una industria chimica è riportato [5] che tra i materiali plastici più ampiamente utilizzati, sia in ambito civile sia industriale, troviamo sicuramente il polipropilene come isolante per i cavi elettrici o per la produzione di cavi e di tubazioni. Inoltre, è riportata una notizia curiosa: in molti Paesi il polipropilene è utilizzato per produrre banconote in alternativa alla carta. La scoperta della polimerizzazione stereospecifica Giulio Natta nel 1954 scoprì che scegliendo un dato metallo di transizione e/o il composto metallorganico era possibile polimerizzare il polipropilene e ottenere un polimero stereoregolare (Figura 3) [6,7]. Successivamente scoprì che era possibile polimerizzare altri monomeri modificando il catalizzatore. L’importanza sul piano scientifico di queste ricerche non si limitava al fatto che per la prima volta venissero sintetizzati polimeri stereoregolari ottenuti a partire da monomeri di varia natura, ma andava attribuita anche alla scoperta di vari sistemi catalitici, allo studio del loro comportamento, alla determinazione della struttura di sostanze polimeriche, alle relazioni tra proprietà e struttura e alla realizzazione di sintesi asimmetriche. L’11 maggio 1954 nei laboratori di Natta nasceva il polipropilene isotattico sintetizzato per la prima volta, subito dopo molte università, industrie e laboratori di ricerca di tutto il mondo hanno iniziato a lavorarci ma i risultati più significativi ottenuti nel campo della polimerizzazione 68 AEIT • numero 1/2 Figura 3 Che cosa è il polipropilene? ®
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