Privacy e sicurezza l’accettazione o meno dei cookies; l’opzione a noi più favorevole (il rifiuto) è spesso non immediatamente visibile nella pagina, e può contenere elementi grafici o testuali che tendono a scoraggiarne la scelta, mentre quelle sfavorevoli sono sempre ben evidenziate (Figura 1). Nel cyberspazio gli individui vengono messi in condizioni operative semplici e accattivanti, ma che possono ridurre e anche azzerare la consapevolezza riguardo a “come” si formano le scelte che continuamente essi prendono mentre stanno nel mondo virtuale. Non è solo un tema di manipolazione in senso stretto: l’individuo non arriva quasi mai a percepire la possibilità di un condizionamento e, quando ci riuscisse, metodi e processi utilizzati dalle piattaforme rimarrebbero comunque a lui inaccessibili e quindi difficilmente elaborabili cognitivamente. Si attua quindi una doppia limitazione della autonomia decisionale: da un lato, perché i cyber-abitanti si illudono di perseguire fini propri, dall’altro perché vengono indirizzati verso fini a loro ignoti, decisi da altri. Secondo alcuni, migrare nel cyberspazio è come entrare volontariamente in una gabbia di Skinner35: una volta dentro, ci mettiamo alla mercé di complessi, instancabili, onnipresenti meccanismi di condizionamento, finalizzati nei casi migliori a obiettivi di marketing. Nei casi peggiori gli utilizzi strumentali delle piattaforme del cyberspazio, resi possibili dalla volontaria rinuncia alla privacy, possono avere effetti devastanti nello spazio della vita reale. Ad esempio i meccanismi di scelta dei rappresentanti degli elettori dei paesi democratici sono messi a rischio dalla facilità con cui si può manipolare l’opinione pubblica grazie alla comunicazione online micro-targettizzata, costruita sui big data, e le tecniche messe a punto per rendere virali i messaggi, fino ad arrivare alla possibilità di veicolare velocemente, a costi ridicoli, hate speech di propaganda e fake news che possono distorcere la percezione della realtà e, quindi, orientare il consenso. Anche escludendo il dolo, le norme della par condicio utilizzate in periodi elettorali sono del tutto inefficaci nel mondo dei social, nel quale avviene una percentuale sempre più importante degli scambi informativi, ma che rimane sostanzialmente fuori dalla normativa. Non solo le informazioni che ci vengono mostrate possono essere il risultato di un filtraggio preventivo personalizzato, ma la stessa “costruzione” delle reti sociali fatta dalle persone può venire orientata. Una delle attrattive irresistibili del cyberspazio è la grande facilità con cui, vivendolo, diventa possibile creare, estendere e utilizzare le nostre reti di conoscenze e relazioni. Come noto, sono le stesse piattaforme che continuamente ci propongono altre persone con cui stabilire un link, grazie alle analisi che fanno sui nostri profili, elaborando i dati relativi ai nostri comportamenti, alle nostre preferenze, alla nostra storia personale; e sono ancora le piattaforme che, instancabilmente, scelgono quali “novità” segnalarci, fra tutte quelle che riguardano le persone che sono entrate nelle nostre reti sociali. Le nostre reazioni alle loro proposte (i nostri like, cuoricini, il tempo che dedichiamo a leggere una notizia o guardare un post che ci viene proposto, ecc.) istruiscono gli algoritmi rendendoli sempre più bravi nel fare le loro selezioni. Tuttavia, questa “creazione guidata” delle comunità virtuali di cui andiamo a far parte può facilmente determinare la costruzione di vere e promarzo/aprile 2023 13 Figura 1 Esempio elementare di “stratagemma sull’interfaccia” - la opzione di maggior tutela (collocata in alto a destra) è realizzata in modo da non attirare la nostra attenzione; inoltre il testo utilizzato per tale scelta (“...non sostenerci”) evoca un comportamento riprovevole √
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