Rivista AEIT mar-apr 2023

Privacy e sicurezza componente speculativa e dall’altra le caratteristiche di un’applicazione che, assicurando l’anonimato, ha attratto chi vuole compiere attività illecite come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. Gli aspetti sopra citati sono oggi all’attenzione delle autorità governative mondiali. In particolare la Commissione UE ha varato nel corso del 2021 un pacchetto di proposte legislative volte a rafforzare le norme in materia di antiriciclaggio e contrasto del finanziamento del terrorismo e inoltre nel corso del 2022 ha definito il regolamento MiCA (Market in Crypto Assets) che mira a tutelare maggiormente l’utente finale da possibili frodi, introducendo ad esempio regole di maggiore trasparenza per le piattaforme di compravendita delle criptovalute. Sono tutte norme che vanno nella direzione di provare a regolamentare un mercato molto complesso e che richiede, come tutte le tecnologie digitali, un approccio sovranazionale: da questo punto di vista siamo ancora lontani dall’obiettivo di avere norme comuni a tutti i paesi e probabilmente questo aspetto influenzerà il loro futuro. Infine le Banche Centrali, che vedono questa diffusione delle criptovalute con preoccupazione, sia perché viene messo in discussione il loro potere esclusivo di “battere moneta” sia perché un eventuale crollo delle quotazioni potrebbe provocare notevoli dissesti finanziari, si stanno orientando a creare valute digitali per offrire agli utenti finali uno strumento paragonabile in termini di prestazioni ma non coperto dall’anonimato: la Banca Centrale Cinese è quella più avanti con un progetto su eYuan già in fase pilota, ma altre banche asiatiche e inoltre la BCE e la FED stanno seguendo a ruota. marzo/aprile 2023 37 Figura 4 Bitcoin in circolazione a partire dalla sua origine √ lari, dopo aver toccato a fine 2021 il valore massimo di circa 66.000 dollari. Occorre rilevare che il suo ruolo come mezzo di pagamento è limitato nell’utilizzo al dettaglio da alcune sue caratteristiche intrinseche: la volatilità del prezzo che ha variazioni notevoli anche nell’arco della giornata, la lentezza nella certificazione delle transazioni che può arrivare ad alcune decine di minuti e i costi energetici elevati associati al "mining" delle nuove monete. La rete Bitcoin, composta da circa 10.000 nodi sparsi nel mondo, può infatti assorbire in un anno l’equivalente consumo di energia elettrica di un paese come il Belgio. Nonostante questi limiti ha trovato applicazione come mezzo di pagamento in alcuni contesti di nicchia, come ad esempio l’acquisto di beni o servizi su siti come Expedia e Microsoft oppure l’acquisto di voucher su siti di e-commerce come eBay e Amazon, ma senza trovare un suo utilizzo significativo nel commercio al dettaglio. Per contro la sua caratteristica di “numero limitato di pezzi in circolazione” ne ha esaltato il potenziale ruolo di bene rifugio. Il suo ideatore infatti ha previsto che la disponibilità di nuovi Bitcoin si dimezzasse ogni 4 anni e questo comporterà che ci vorranno circa 120 anni prima che vengano generate tutte le monete: oggi siamo quasi a 19 Milioni di Bitcoin circolanti (come evidenziato in figura 4) e, intorno al 2140, si prevede che non ne saranno più “minate” [4]. Ci si può chiedere a questo punto a cosa è stato dovuto il successo del Bitcoin e delle altre migliaia di monete virtuali nate in questi anni. Occorre sottolineare che, ai nobili obiettivi iniziali di mezzo di pagamento alternativo alla moneta tradizionale e di bene rifugio paragonabile all’oro, si sono aggiunte nel tempo da una parte una forte

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