Rivista AEIT mar-apr 2023

Privacy, un diritto che ha richiesto tempo per essere riconosciuto Con il termine privacy, nell’uso comune, si fa riferimento al diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della vita privata. Nel corso del tempo esso ha subito alcune variazioni di significato, dovute all’evoluzione della società e della comunicazione umana. Per gli antichi greci era motivo di disprezzo il fatto di non poter o voler partecipare alla vita pubblica (come avveniva, ad es., per gli schiavi o gli stranieri); tuttavia era anche riconosciuta la necessità di una vita privata, legata ai propri bisogni esclusivi1. Nel Medioevo il termine privato divenne sinonimo di familiare; la vita privata si basava sulla fiducia reciproca che univa i membri del gruppo, dando luogo a una vita familiare intensa, dove non vi era spazio per l’individuo isolato. È qui che inizia a prendere forma la necessità di garantire perimetri di intimità in tutti i campi (religioso, sociale, di pensiero), un concetto di riservatezza che si avvicina molto a quello odierno. Le origini moderne del termine, tradizionalmente, si fanno risalire a due statunitensi, Samuel Warren e Louis Brandeis, con il loro saggio The Right to Privacy. The Implicit Made Explicit2. Era il 1890 e i due giovani avvocati stavano lavorando a una causa contro le indiscrezioni sulla vita matrimoniale della moglie dello stesso Warren da parte di un giornale, la Evening Gazette di Boston. Warren non accettava che i giornali si occupassero troppo della vita mondana di sua moglie. I due valutarono quali informazioni riguardanti la vita personale di un individuo dovessero essere di pubblico dominio e quali, invece, dovessero essere tutelate e rimanere private, e scrissero un articolo destinato a diventare famoso, nel quale esaminarono approfonditamente tutti gli aspetti del rapporto tra diritto a informare e rispetto della riservatezza. La nascita e lo sviluppo in Europa del diritto giuridico di protezione dei dati personali è legato alla CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) e alla costituzione dell’Unione Europea. La CEDU, ratificata da tutti gli stati membri dell’UE, ha avuto un ruolo fondamentale perché, prima ancora che fossero istituite le comunità europee, ha inserito fra i diritti fondamentali dell’uomo l’Articolo 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare)3, nel quale di 6 AEIT • numero 3/4 Dilemma del cyberspazio: privacy o condivisione? In un mondo sempre più connesso, la nostra privacy è messa in discussione e la protezione dei dati non è più assicurata, senza specifiche misure. Mentre a livello internazionale si definiscono normative aggiornate, una parte del problema nasce dai comportamenti che noi stessi agiamo quando migriamo parte della nostra vita nel cyberspazio Alessandro Demma Dottore in Scienze della Comunicazione, Università di Torino Daniele Roffinella Professore e consulente ICT, Università di Torino 1 Vedi Storia della Privacy, a cura di M. Iaselli e S. Gorla, Roma, Lex et Ars, 2015. Estratto Ebook disponibile nel sito Sicurezza e Giustizia, https://www.sicurezzaegiustizia.com/storia-della-privacy/ 2 S. Warren e L. Brandeis, Right to Privacy, “Harvard Law Review”, 15 dicembre 1890. https://groups.csail.mit.edu/mac/classes/6.805/articles/privacy/Privacy_brand_warr2.html 3 Vedi sito Mondodiritto.it: Diritto al rispetto della vita privata e familiare, www.mondodiritto.it/codici/convenzione-europea-dei-diritti-dell-uomo/art-8-cedu-diritto-al-rispetto-della-vita-privata-e-familiare.html

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