omonimo); a Milano Zunini avrebbe alternato i corsi di Esercitazioni elettrotecniche e di Misure elettriche, e sarebbe diventato ordinario di Misure elettriche e Impianti elettrici nel 1914; le lezioni del corso di Misure di Zunini non furono mai pubblicate se non in forma di appunti da uno studente nel 1926. Invece a Torino l’allievo di Galileo Ferraris Riccardo Arnò, che sarà a Mi lano come primo ordinario di Elettrotecnica per chiara fama nel 1899, aveva già col laborato al la pubblicazione di un volumetto sui Metodi di misura delle grandezze elettriche, mentre l’allievo e poi vicedirettore di Zunini, Angelo Barbagelata, porrà basi davvero stabili alle Misure nel 1930 con il suo Metodi fondamentali per le misure elettriche industriali (fino ai due volumi - industriali e di laboratorio - delle Misure elettriche di Barbagelata-Regoliosi dei primi anni Settanta, volumi sui quali, come sul Corso di misure elettriche di Filippo Neri edito per la prima volta a Roma nell’a.a. 1934-35, hanno studiato fino agli anni Settanta moltissimi allievi ingegneri). Tra i successori di Basile a Bologna, Mirri cita Vittorio Mòdoni, che (aggiungo) fu presidente al Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) del Comitato tecnico 3 “Segni grafici”: dopo molti anni e altri presidenti (tra cui il mio caro amico Giorgio Corbellini) il CT 3 fu da me guidato a lungo. Assistenti di Mòdoni, Luciano Simoni (poi incaricato e poi ordinario di Tecnologie elettriche, anche musicista) e Mario Rinaldi (poi incaricato e poi ordinario di Misure elettriche); più tardi ancora, diviene ricercatore nel settore Stefano Pirani (poi professore a Bologna e ora ad Ancona). Ho fatto questi nomi perché con loro ho avuto (Simoni) e ho familiarità e amicizia: in particolare entro l’AEI, ora AEIT, dove Rinaldi è stato presidente generale (nel suo profilo, a p. 915, aggiungerei che è socio corrispondente emerito dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna); mentre Pirani è stato ed è nel Consiglio di presidenza, e io sono succeduto a Regoliosi come direttore (molto a lungo e ancora) della rivista sociale “AEIT”. In un ambito in apparenza diverso dal mio, che ho avuto la fortuna di intersecare, si situa la personalità straordinaria di Giuseppe Evangelisti, non a caso presente nei saggi di due autori importanti nell’Automazione bolognese e non solo. Il suo collaboratore Giovanni Marro sarà colui che avvierà nel 1972-73 il corso di Teoria dei sistemi, la cui generalità spiega il fatto che, accanto alla modellistica di sistemi di cui si conoscono la struttura e le leggi fisiche, per altri si possa procedere all’identificazione “sulla sola base di misure effettuate sul sistema stesso” (p. 488 di Roberto Ghidorzi, successore di Marro e qui autore di Il corso di Teoria dei sistemi, con cenni a Evangelisti). Ma torno agli ar ticoli centrati su Evangelisti: di Marro Il contributo del professor Evangelisti: l’Automatica e il Centro di calcolo; di Claudio Melchiorri La storia dell’Automatica come disciplina scientifica a Bologna. Quanto alla partenza idraulica di Evangelisti, ordinario di Costruzioni idrauliche, si veda Giambattista Scarpi, suo successore, Le discipl ine idraul iche nella Facoltà di Ingegneria […], dove si ricostruisce la genesi degli interessi di Evangelisti per i mezzi di calcolo automatico per La regolazione delle turbine idrauliche, il suo mirabile trattato del 1947 (qui recensito dallo stesso Marro alle pp. 856-858). L’antica tradizione idraulica bolognese, responsabile per esempio del la sistemazione fluviale del Po o del Reno, con la nascita a Bologna della Scuola di applicazione per gli ingegneri aveva trovato una nuova strada, non solo sperimentale ma anche teorica. Il fondatore della Scuola Cesare Razzaboni fu “ingegnere-architetto, matemat ico ed idraul ico”, proprio come Francesco Brioschi, artefice del Politecnico di Milano, con impressionanti similitudini di date e dat i : Razzaboni (18271893), Brioschi (1824-1897), entrambi direttori fino alla morte, entrambi impegnati politicamente. La l inea che por ta a Evangel i st i è rinforzata da Umberto Puppini e da Giulio Supino, dei quali voglio ricordare per Supino la cacciata dall’Università nel 1938 per le inique leggi razziali e per Puppini il suo impegno emi nen t emen t e “tecnico” con il fascismo e quindi, alla Liberazione, la sua epurazione dall’università per “servilismo fascista” e la sua reintegrazione dopo lettere di difesa di colleghi e amici, tra cui lo stesso Supino. Tornando a Evangelisti, l’esigenza di avviare un nuovo corso di Controlli automatici, obbligatorio dal 1960 secondo la nuova organizzazione degli studi di cui ho già detto, lo vedeva come i l docente ideale. Alla fine degli anni Sessanta, si dà il caso che al Politecnico di Milano e poi anche a Pavia (ancora sede staccata del Politecnico) si occupasse di regolazione di frequenza di gruppi idraulici, a livello sia di r icerca sia professionale, Giorgio Corbellini, mentre io a Pavia cominciavo a collaborare con lui su queste ricerche. I suoi contat t i bolognesi con la scuola di Evangelisti lo portarono, e ci portarono, a diventare amici e a lavorare insieme con Eugenio Sarti, che aveva conseguito una delle prime libere docenze in Controlli automatici e che sarebbe stato uno dei primi vincitori bolognesi per tale cattedra (1973) - si vedano le citazioni di Sarti alle pp. 530, 533, 547, e a p. 542 l ’abstract di una sua memoria presentata ai Lincei da Evangelisti già nel ’61. In questo incrocio di interessi di studio e di sedi universitarie (Corbellini fu poi ordinario di Impianti elettrici a PaRecensioni maggio/giugno 2023 41
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