Rivista AEIT set-ott 2023

L’ op i n i one d i Lu i g i Mi c h i i ione di Ma ro Ugolin Metaverso, è un termine piuttosto di moda. Nel primo semestre del 2022, secondo la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, è apparso nelle registrazioni contrattuali più di mille volte, contro le duecentocinquanta circa del 2021, o la dozzina di volte dei due decenni precedenti. In effetti, i mondi virtuali “di tendenza” sono oggi piattaforme digitali con chiaro orientamento all’interattività. Ambienti in cui si vorrebbe indurre uno stato di connessione profondo, favorire la condivisione di esperienze, promuovere una intensa contaminazione tra mondo fisico e mondo digitale. È evidente che la comprensione del funzionamento di questi nuovi mondi virtuali richiede di familiarizzare con nuovi concetti, servizi e tecnologie. Termini ricorrenti sono Blockchain1, oppure criptovaluta2 o Smart Contract3, o infine elementi chiave come i Non-Fungible Token - NFT4. Tutto ciò per alcuni prefigura un Internet ormai prossimo al cambiamento, che muterà proprio nel Metaverso. Più che una rete persistente e interconnessa di ambienti virtuali, sarà un immenso portale che raccoglierà tutte le esperienze online e potrebbe diventare il riferimento anche per quelle nel mondo fisico. Sinora, gli elementi tipici dei mondi virtuali erano rimasti confinati nell’ambito di esperienze letterarie oppure ludiche. Gli sviluppi recenti del Metaverso potrebbero renderli agenti di trasformazione di tanti settori e servizi, nella finanza, nella sanità, nell’istruzione e nella formazione, nel settore dei beni di consumo, ecc. Un profondo restyling della società, con un giro d’affari dell’ordine del trilione di dollari, secondo alcuni esperti di settore. Se dunque il Metaverso rappresenterà un’evoluzione di Internet, basata sui cambiamenti brevemente descritti, importanza decisiva avrà l’espansione del commercio, grazie alla sicurezza delle transazioni garantita dalla tecnologia Blockchain. E che dire del problema dell’accesso al Metaverso, basato, come possiamo facilmente immaginare, sull’uso di nuovi dispositivi utente? Non mancano coloro che ritengono poco rilevante, per la fruizione delle nuove esperienze immersive, il ricorso a device particolari, come i visori, perché i processi previsti potrebbero esser eseguiti ricorrendo ai comuni browser. Diversamente dall’opinione più diffusa, un visore di realtà virtuale (VR) o un paio di occhiali per la realtà aumentata (AR) non sarebbero quindi indispensabili per compiere esperienze profondamente immersive. Esiste tuttavia anche l’orientamento opposto, in cui tutto ruota attorno al tema dell’interattività, declinato secondo molteplici aspetti. Le esperienze diverrebbero sempre più immersive grazie alle interazioni tra realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), fino alla realtà estesa (XR). Si perverrebbe in tal modo al cosiddetto “Open Metaverse”, un nuovo mondo appartenente alla generazione Alpha (quella nata col digitale), strutturato come un ecosistema guidato da “creativi”, privo di limiti fisici e spazio-temporali, distribuito, in continua e perenne evoluzione. Merita particolare attenzione, nel contesto appena descritto, il ruolo che avranno le rappresentazioni degli individui nel Metaverso, siano queste Avatar o Digital Human5, veri e propri strumenti di ridefinizione delle nostre identità. Non sono infatti pochi a ritenere che manchi solo qualche anno agli avatar iperrealistici, per esempio quelli creati con MetaHuman per il gioco Unreal o quelli creati con Character Creator 4 di Reallusion. Le modalità di rappresentazione di questi alter ego inducono inoltre a credere che vedremo presto convergere shopping fisico e digitale, e assisteremo alla nascita dell’iCommerce (immersive commerce), caratterizzato da Il Metaverso: un profondo restyling della società Mauro Ugolini Università Roma TRE

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