Rivista AEIT nov-dic 2023

so tempo esso potrebbe considerare a rischio famiglie che non hanno un’attitudine virtuosa rispetto ai consumi energetici e che quindi spendono più di quello che sarebbe necessario. L’indice M/2 al contrario cerca di identificare la povertà energetica nascosta ma vengono incluse anche situazioni non problematiche. Per esempio, si possono avere consumi molto bassi in edifici con un’alta efficienza. L’indice LIHC cerca di superare i limiti degli altri due, specialmente dei falsi negativi, presentando una formulazione più complessa e richiedendo più dati. Anche questo indicatore però presenta dei limiti perché difficilmente si riescono a identificare famiglie in povertà energetica nascosta. Da quello che emerge possiamo notare che nessun indice è perfetto nell’individuare l’esatto valore di famiglie in povertà energetica. Di conseguenza, la scelta dell’indicatore influenzerà il risultato: la popolazione in povertà energetica nel 2015-2018 variava da un minimo di 6.6% considerando il ritardo nelle bollette a un massimo di 16,2% utilizzando l’indice 2M [12], come mostrato in figura 4. Le misure a contrasto della povertà energetica possono essere di vario genere, ad esempio quelle che intervengono sulle risorse delle famiglie (sostegno del reddito), quelle che riducono l’impatto delle bollette (bonus sociali come il bonus gas e il bonus elettricità) e quelle che migliorano l’efficienza energetica. Oltre a queste misure, la Commissione Europea ha ricordato in una Raccomandazione di ottobre 2023 che anche le Comunità Energetiche possono contribuire alla mitigazione la povertà energetica. L’energia rinnovabile è infatti economicamente più conveniente, l’autoconsumo può permettere un grande risparmio in bolletta quando i consumi sono allineati con la produzione e la socializzazione dei costi di investimento in una CER fa il resto [13]. Sembra semplice e lineare nella teoria, ma poi in pratica? Come effettivamente le CER possono mitigare la povertà energetica? E, ancora più importante, come facciamo a misurare l’effettivo impatto sociale? Di seguito riportiamo degli esempi pratici di come si può includere l’aspetto sociale nella progettazione e nella gestione delle CER. Le CER per la lotta alla povertà energetica In termini economici la comunità energetica riceve tre benefici: • costi evitati grazie all’autoconsumo fisico; • ricavi dati dall’immissione dell’energia in rete valorizzata al prezzo zonale; • ricavi dati dall’incentivo composto dal rimborso di ARERA e la componente del MASE. Un modo per aiutare le famiglie considerate a rischio di povertà energetica potrebbe essere l’utilizzo del loro tetto per gli impianti. In questo mo24 AEIT • numero 11/12 Figura 4 Comparazione della percentuale di povertà energetica nei Paesi europei misurata con indici differenti [12] ®®

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