Con l’aumentare della domanda di energia elettrica e della produzione da Fonti di Energia Rinnovabili (FER), si riconosce che la domanda deve diventare flessibile per un migliore funzionamento complessivo del sistema elettrico. Energia e capacità forniti dai grandi generatori sono integrati da generazione distribuita, sistemi di accumulo, carichi controllabili, che costituiscono le cosiddette Risorse Energetiche Distribuite (RED). A differenza delle grandi centrali elettriche tradizionali, le RED sono numerose, collegate alle reti di media e bassa tensione e spesso associate a carichi commerciali e residenziali. Si stima che il rapporto tra la capacità elettrica installata annualmente attraverso nuove RED e quella proveniente dalle nuove centrali elettriche centralizzate raggiungerà un rapporto di 5 a 1 entro il 2024 [1]. Si stima, inoltre, che i ricavi del mercato delle RED residenziali potrebbero più che quadruplicare entro dieci anni. Si passa così da un modello centralizzato di produzione dell’energia elettrica a uno misto, con un ruolo sempre più importante delle RED. Tale modello potrà consentire di superare le barriere tecniche, economiche e, in alcuni casi, regolamentari che limitano lo sviluppo delle FER. Queste ultime, infatti, hanno ancora costi più elevati della produzione centralizzata da fonti fossili e, al di sopra di determinati livelli di capacità, hanno un impatto significativo sul funzionamento dei sistemi elettrici di trasmissione e di distribuzione, rendendone più complessa la gestione e il controllo. Al contrario, il modello misto promuove l’autoconsumo dell’energia prodotta dalle FER e un uso finale più efficiente dell’energia. La complessità dei processi legati a una massiccia implementazione delle RED richiede il coinvolgimento e la condivisione degli obiettivi di tutti gli attori a diversi livelli decisionali (internazionale, nazionale, regionale e locale). È altresì necessaria una precisa definizione dei ruoli di alcuni attori e l'introduzione di nuovi soggetti. Ad esempio, i Paesi che hanno fissato gli obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni di CO2, come Germania e Danimarca, hanno definito politiche di sviluppo personalizzate per le RED basate sulle esigenze degli utenti finali, coinvolgendo comuni, autorità locali, cittadini comuni e loro associazioni [2]. La diffusione su larga scala delle RED richiede il cambiamento nel paradigma dell’utente, che passa da un ruolo passivo a uno attivo, per due motivi: da un punto di vista tecnico, l’utente diventa un prosumer; da un punto di vista decisionale, l'utente è direttamente coinvolto nel funzionamento di nuove soluzioni tecniche per perseguire obiettivi sia individuali (come quelli economici) che collettivi (come quelli ambientali). In questo contesto, le politiche energetiche internazionali identificano le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) come strumenti chiave per la promozione delle RED [3]. L’Unione Europea (UE) 30 AEIT • numero 11/12 Il progettoComER: metodi e strumenti per le CER Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) raccoglie più soggetti con l’obiettivo di massimizzare l’autoconsumo dell’energia elettrica prodotta al suo interno da piccoli impianti da fonte rinnovabile. Viene descritto il progetto ComER (Unicas e UCBM di Roma), focalizzato su gestione e controllo delle CER Francesco Conte, Giulio Iannello Università Campus Bio-Medico di Roma Anna Rita Di Fazio, Andrea Iacovacci, Arturo Losi, Mario Russo Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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