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    Nuovo Statuto Art. 1

 
     
 
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Perché è opportuno modificare il nome della nostra Associazione?

Per lo stesso motivo che già altre due volte ci ha fatto cambiare il suo nome...

La nostra Associazione è nata nel 1897 con il nome di “Associazione Elettrotecnica Italiana – AEI”.
In quel periodo il nome rispecchiava gli interessi culturali dei soci dato che l’elettrotecnica, ed in particolare la applicazione dell’energia elettrica, era la grande novità tecnologica del momento.
Poco più di 10 anni prima, nel 1883, la stagione del Teatro alla Scala di Milano si era aperta con la inaugurazione della illuminazione elettrica del teatro realizzata con 2880 lampadine alimentate dalla prima centrale elettrica realizzata nell'Europa continentale: la Centrale elettrica di via Santa Radegonda. Alla fine del 19° secolo la illuminazione elettrica si stava diffondendo anche nelle abitazioni private e nelle industrie i motori elettrici stavano rapidamente sostituendo le macchine a vapore: era in atto una vera e propria rivoluzione tecnologica che vedeva il diffondersi di molteplici forme di utilizzo della nuova energia.


Gli anni che seguirono videro la progressiva diffusione dell’energia elettrica in tutto il Paese e per circa 60 anni il nome di “Associazione Elettrotecnica Italiana – AEI” parve adeguato a rappresentare il principale, se non unico, settore tecnico di interesse sociale. Nel corso di quei 60 anni lo sviluppo della elettronica, determinato in particolare dalla scoperta del transistor e della componentistica “a stato solido”, aveva cambiato lo scenario e nel 1964 i Soci decisero che la associazione si aprisse a questa nuova branca tecnologica cambiando il proprio nome in “Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana – AEI”. La scelta fatta nel 1964 fu quella di aggiungere il nome del nuovo settore di interesse sociale alla denominazione originale della AEI.


Quaranta anni dopo lo scenario era ulteriormente cambiato e si erano sviluppati importantissimi nuovi settori e discipline: la automazione elettrica ed elettronica stava pervadendo gli stabilimenti industriali, la informatica aveva portato allo sviluppo di calcolatori che non erano più riservati ai centri di ricerca più avanzati ma che, grazie ai “personal computer”, si erano diffusi capillarmente ed infine le telecomunicazioni che non erano più appannaggio dei broadcaster nazionali (BBC, URI e poi RAI) e dei gestori della telefonia “cablata” (SIP e poi Telecom Italia), ma che, con lo sviluppo dei “telefonini”, avevano visto tutta la popolazione diventare soggetto attivo nelle comunicazioni radio.


Nel 2004 i Soci presero la stessa decisione presa 40 anni prima: aggiungere alla denominazione della associazione il nome di questi tre nuovi ed importanti settori: si passò così alla denominazione di “Federazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni”. Dopo qualche anno la amministrazione dello Stato fece notare che il termine “federazione” non poteva essere considerato idoneo dato che la associazione non si era trasformata in una vera federazione (cioè in una “associazione di associazioni, ciascuna indipendente e con propri soci”), ma era rimasta fedele al suo assetto originale e richiese la rettifica della denominazione che divenne quella attuale: “Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni”.

Dal 2004 ad oggi sono passati quasi 20 anni e nuove discipline elettriche ed elettroniche hanno assunto velocità di crescita e sviluppo sempre più alte. Oggi ci sono moltissimi settori che giocano ruoli fondamentali nello sviluppo tecnologico e che devono essere incorporati fra le discipline di interesse sociale: fra questi possiamo citare la Azionamentistica (con i sistemi di trazione che dal 2035 dovranno sostituire i motori a combustione in tutte le nuove auto), la Bio-ingegneria e tutte le tecnologie biomediche, la Chimica e la elettrochimica (fondamentali per lo sviluppo delle batterie ad alte prestazioni, delle celle a combustibile, dei moduli fotovoltaici), la Cyber-security, la Distribuzione dell’energia elettrica in corrente continua ad alta (HVDC) e bassa (LVDC) tensione... sono bastate le prime lettere dell’alfabeto (per questo sono state indicate in maiuscolo) per elencare molti settori che non potranno essere ignorati già nell’immediato futuro. Saltando ad altre “iniziali” possiamo citare la intelligenza artificiale, la robotica, la sensoristica, la sostenibilità, l’economia circolare e “chi più ne ha più ne metta”... In questo attuale scenario è evidente che non sarà più possibile “aggiungere alla denominazione i nuovi settori di interesse” e se si decidesse di “congelare” la denominazione attuale ciò significherebbe creare “discipline di serie A e discipline di serie B” con tutti gli evidenti aspetti negativi di una tale situazione. Quella accelerazione già citata nello sviluppo di nuovi settori strategici è destinata a far sì che sicuramente fra una decina di anni ci saranno nuovi settori che avranno raggiunto importanza tale da renderne obbligatorio l’inserimento fra le materie di interesse della Associazione.

E’ evidente che, come si dice in questi casi, bisogna “cambiare paradigma”: anzichè continuare ad aggiungere discipline alla denominazione della Associazione bisogna adottare una denominazione “neutra” e tale da prestarsi ad incorporare tutte le discipline che si sono sviluppate nel passato e che si svilupperanno nel futuro.

Quale potrebbe essere tale “denominazione neutra”? Nelle riunioni della Presidenza generale e nelle sedute del Consiglio e della Assemblea generale il tema è stato attentamente affrontato e da parte di alcuni si è suggerito di non rinunciare alla “elettronica” che, specie fra i giovani, ha una particolare attrattività. Ripristinare la denominazione di “Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana” porterebbe però con sé, inevitabilmente, il messaggio che il tentativo di aprire la AEI all’automazione, alla informatica ed alle telecomunicazioni è fallito (oppure, peggio ancora: “è stato un errore”) e preso atto del fallimento si vuole ritornare alla situazione immediatamente precedente! Nessuno vuole dare questo falso messaggio perciò un ritorno alla “Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana” non è proponibile.

Alla Presidenza generale è sembrato che la sola denominazione neutra che può essere proposta è quella di “Associazione Elettrotecnica Italiana - AEI”. La denominazione estesa sarà utilizzata solamente nei documenti ufficiali mentre in tutte le altre occasioni si userà come brand “AEI”, in maniera analoga a quanto viene già fatto da tempo sia dal Comitato Elettrotecnico Italiano - CEI (che per tutti è: "il CEI"), sia dalla IEEE che ha motivato tale decisione proprio in base all’aumento dei settori di interesse della associazione.

Tornare alla denominazione con cui nel 1897 Galileo Ferraris fondò la prima associazione tecnica italiana, associazione a cui oggi ci onoriamo di appartenere, non significa "fare un passo indietro" ma, al contrario, è il modo per proiettare nel futuro la nostra Associazione e per permettere la piena inclusione di tutti i settori di interesse sociale: è per questo motivo che al Consiglio generale è stata presentata la proposta di modifica statutaria che, all’articolo 1, ripristina la denominazione di “Associazione Elettrotecnica Italiana - AEI”. La proposta già approvata dal Consiglio generale a larghissima maggioranza (21 voti a favore, 3 contrari ed un astenuto) è stata poi sottoposta alla Assemblea generale che, ratificandola, ha deliberato che essa venga ora sottoposta al voto per referendum di tutti i Soci.

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